Eschilo, I Persiani (1-268)

Tr. di G. Fraccaroli Testo greco Tr. degli studenti del Liceo Gargallo (SR)
CORO
1 Ecco i canuti de la Persa gente,
2 Che uscìa la patria a conquistar de’ Greci:
3 Ne le sedi per molto oro opulente
4 Serse ne elesse a sostener sue veci,
5 Serse di Dario, Serse onnipotente. ——
Χορός
1 Τάδε μὲν Περσῶν τῶν οἰχομένων
2 Ἑλλάδ’ ἐς αἶαν πιστὰ καλεῖται,
3 καὶ τῶν ἀφνεῶν καὶ πολυχρύσων
4 ἑδράνων φύλακες,
5 κατὰ πρεσβείαν οὓς αὐτὸς ἄναξ
6 Ξέρξης βασιλεὺς Δαρειογενὴς
7 εἵλετο χώρας ἐφορεύειν.
CORO
1 Siamo i fedeli, i custodi dei sontuosi palazzi reali
2 colmi d’oro, quelli che lo stesso signore Serse,
3 Re, figlio di Dario, scelse perché vecchi,
4 per sorvegliare la regione,
5 quando i Persiani partirono per la terra ellenica.
1 Τάδε μὲν Περσῶν … / 65 χρόνον τρομέονται : L’ingresso e la disposizione del coro sulla scena sono sottolineati dalla rigidità e dalla lentezza del metro anapestico. Subito dopo viene contestualizzato il luogo, la reggia di Susa. Segue il lungo e dettagliato catalogo degli eroi in stile epico.
1 Τάδε … / 153 προσαυδᾶν : Si tratta della Parodo. La tragedia non presenta un prologo ma inizia con la Parodo che ha struttura tripartita. Due sezioni anapestiche delimitano una sezione lirica.
2 ἐς : εἰς
3 πολυχρύσων = 3 per molto oro opulente : La ricchezza dell’esercito e della flotta è ancora più marcata dal quadruplice utilizzo dell’aggettivo.
3 πολυχρύσων : I composti omerici che presentano il prefisso in πολυ - hanno una funzione iperbolica; questi trasmettono infatti l’immagine di un regno all’insegna della grandezza e della maestosità, l’Impero Persiano.
5 κατὰ πρεσβείαν = 1 canuti : Il termine indicante la causa, πρεσβεία, viene sostituito nella traduzione dal termine indicante l’effetto.
6 Ahi! ma l’ anima mia turbano bieci
7 Augùri, e il dubbio la sgomenta … oh il giorno
8 Dunque mai non verrà del suo ritorno?
8 ἀμφὶ δὲ νόστῳ τῷ βασιλείῳ
9 καὶ πολυχρύσου στρατιᾶς ἤδη
10 κακόμαντις ἄγαν ὀρσολοπεῖται
11 θυμός, ἔσωθεν δὲ βαΰζει.
6 Per il ritorno del re
7 e dell’esercito armato d’oro,
8 l’animo, ormai profeta di sventure,
9 è profondamente angosciato e pieno di sgomento.
6 l’anima … / 7 Augùri : Fraccaroli nella sua traduzione elimina il concetto dell’animo che si turba nelle profondità di sé stesso.
8 Dunque … ritorno : Fraccaroli traduce i versi 8 e 9 dopo il verso 11 trasformando un’affermativa in un’interrogativa dal tono fortemente patetico.
9 E l’ esercito aurato, in cui mi fido …
10 Poi che d’ Asia partiva ogni gagliardo:
11 E nunzio alcun ( già mal represso un grido
12 Freme ) non venne mai ratto nè tardo.
12 πᾶσα γὰρ ἰσχὺς Ἀσιατογενὴς
13 οἴχωκε νέων,
14 κοὔτε τις ἄγγελος, οὔτε τις ἱππεὺς
15 ἄστυ τὸ Περσῶν ἀφικνεῖται,
10 I giovani nati in Asia infatti
11 sono andati via,
12 e non c’è un messaggero, non c’è un cavaliere
13 che torni alla città dei Persiani.
10 gagliardo : Traduce l’espressione greca ἰσχὺς νέων.
10 d’Asia : L’espressione condensa il composto omerico Ἀσιατογενὴς.
11 già mal … / 12 Freme : Non è presente questa parte di testo in quello greco.
11 ( già mal … / 12 Freme ) : Assente nell’edizione di Hermann.
11 E nunzio alcun : Non viene tradotta l’espressione οὔτε τις ἱππεὺς.
11 ( già … / 12 Freme : Per aumentare il senso di sgomento, Fraccaroli aggiungequesta frase parentetica senza alcun legame con il testo originale.
12 mai ratto nè tardo : Assente nell’edizione di Hermann.
14 κοὔτε : Crasi per καὶ οὔτε.
13 Ad Ecbàtana, a Susa il patrio nido,
14 De’ Cissî hanno lasciato il balüardo;
15 Ne le belle rinchiusi armi sonanti
16 Marinai, cavalier corsero e fanti.
16 οἵτε τὸ Σούσων ἠδ’ Ἐκβατάνων
17 καὶ τὸ παλαιὸν Κίσσινον ἕρκος
18 προλιπόντες ἔβαν,
19 οἳ μὲν ἐφ’ ἵππων, οἳ δ’ ἐπὶ ναῶν,
20 πεζοί τε βάδην
21 πολέμου στῖφος παρέχοντες·
14 Lasciarono Susa ed Ecbatana,
15 antica difesa della Cissia,
16 e se ne andarono,
17 chi a cavallo, chi per mare,
18 la fanteria a piedi,
19 formando una schiera di guerra:
13 Ad Ecbàtana, a Susa : Fraccaroli traduce i genitivi greci di città con dei complementi di stato in luogo.
13 il patrio nido : Epiteto.
15 Ne … sonanti : Fraccaroli non traduce il v. 21 dell’edizione di Hermann πολέμουστῖφος παρέχοντες, preferendo piuttosto inserire questa espressione che non mantiene l’idea della massa pronta alla guerra ma esalta la figura del singolo soldato.
16 οἵτε τὸ Σούσων … / 65 χρόνον τρομέονται : Nei versi 16 - 58 Eschilo utilizza uno strumento della tradizione epica, il catalogo, con lo scopo didattico - informativo di mettere a conoscenza il pubblico di alcune situazioni precedenti. Il catalogo degli eroi nella parodos dei Persiani contiene immagini dal forte impatto emotivo, capaci di influenzare e assoggettare gli spettatori. I precedenti sono rintracciabili nell’Iliade, in cui i cataloghi hanno la funzione di enumerare oggetti di grande valore, come avviene nel catalogo … ai versi 493 - 760 del 2 libro. Si tratta dunque di cataloghi statici. Il catalogo degli eroi nella Parodos dei Persiani è invece un catalogo dinamico, vario ed articolato. La posizione all’inizio della tragedia, in un momento di neutralità, è strategica. Il catalogo è dato dalla successione di 17 nomi di eroi persiani provenienti da tutte le regioni dell’Impero. Questi nomi esotici cacofonici trasmettono al pubblico l’idea dell’ambientazione orientale. Nella maggior parte i nomi sono composti ma non devono essere considerati come “decorazioni sceniche”, ma come parole chiave che trasmettono un’atmosfera carica di regalità e magnificenza, rispecchiando a pieno la potenza dell’Impero Persiano.
17 Vola Artafrène, vola Astaspe, eletta
18 Coppia, in cui senno con valor s’ aduna:
19 E vola Amìstre, —— e abbandonò soletta
20 La sposa sua d’ amplessi anco digiuna.
21 Hanno arco, hanno infallibile saetta,
22 Terror d’ eroi, se non mentia fortuna; ——
23 Nembo immenso di fanti e di cavalli
24 Traggon, re tutti, al re dei re vassalli.
22 οἷος Ἀμίστρης ἠδ’ Ἀρταφρένης,
23 καὶ Μεγαβάτης, ἠδ’ Ἀστάσπης,
24 ταγοὶ Περσῶν,
25 βασιλῆς βασιλέως ὕποχοι μεγάλου,
26 σοῦνται, στρατιᾶς πολλῆς ἔφοροι,
27 τοξοδάμαντές τ’ ἠδ’ ἱπποβάται,
28 φοβεροὶ μὲν ἰδεῖν, δεινοὶ δὲ μάχην
29 ψυχῆς εὐτλήμονι δόξῃ.
20 Amistre e Artafrene,
21 Megabate e Astaspe,
22 comandanti persiani,
23 Re tributari del gran Re,
24 si lanciano a capo di un grande esercito,
25 arcieri e cavalieri,
26 temibili a vedersi, spietati in battaglia,
27 noti per l’audacia dell’animo.
22 οἷος Ἀμίστρης … / 53 ἀκοντισταὶ Μυσοί : La scelta che Eschilo compie nell’attribuire i nomi agli eroi Persiani, presentati dal coro degli anziani rimasti in patria, è significativa. Si può classificare ogni nome in base alla provenienza. Alcuni nomi sono sicuramente Iraniani, altri probabilmente Iraniani, altri orientali ma non Iraniani, alcuni né orientali né Iraniani, ma di invenzione greca. Fra i nomi di origine greca un esempio è Πελάγων al verso 933, già utilizzato da Omero nell’Iliade ai versi 4. 295 e 5695. La scelta dei nomi non sembra casuale e si può ipotizzare che Eschilo conoscesse le personalità dietro ogni nome, i comandanti sono infatti legati da vincoli di parentela. Sull’argomento cfr. A. F. Garvie, Aeschylus Persae, Oxford 2009 e ESCHILO, i Persiani, a cura di L. Belloni ( Pubblicazioni dell’università Cattolica del Sacro Cuore; Biblioteca di “Aevum antiquum”, 1 ) Milano, Vita e Pensiero, 1988, pp. LXXXVI, 279 e Schmitt, R., Die Iranier - Namen bei Aischylos ( Vienna 1978 ).
22 Ἀρταφρένης : Fra i vari nomi, spicca quello di Άρταφρένης, noto anche come Άρταφέρνης, non utilizzato nei Persiani per motivi metrici, e corrispondente al nome Persiano Atrfarnah, “con la maestà del dio del fuoco”. Al nome corrispondono due personaggi storici. Il primo fu il fratello di Dario I di Persia e satrapo di Sardi, citato da Erodoto nel quinto e nel sesto libro delle Storie, ( Hdt. 5. 25; Hdt. 5. 30 - 33; Hdt. 5. 73; Hdt. 5. 96; Hdt. 5. 100; Hdt. 5. 123; Hdt. 6. 1; Hdt. 6. 4; Hdt. 6. 30; Hdt. 6. 42 ). Il guerriero citato da Eschilo sarebbe, però, il figlio del suddetto Άρταφρένης che portava lo stesso nome del padre ed è menzionato da Erodoto e da Pausania ( Hdt. 6. 94; Hdt. 6. 119; Hdt. 7. 8; Hdt. 7. 10; Hdt. 7. 74; Paus. 1. 32. 7 ). Egli ebbe un ruolo molto significativo nella spedizione punitiva contro Atene ed Eretria, città che avevano appoggiato Mileto e le colonie ioniche nella rivolta contro il governo Persiano; fu, inoltre, insieme a Dati, il comandante della spedizione che vide la disfatta dei Persiani a Maratona.
23 Μεγαβάτης : Il nome di Μεγαβάτης costituisce un esempio di reinterpretazione greca dei nomi orientali. Il nome corrisponde infatti al Persiano Baga - Pata, “protetto dagli dei”. Secondo quanto ci riporta Erodoto ( Storie 5. 32 - 35 ), apparteneva alla famiglia degli Achemenidi, fu cugino di Dario I e Άρταφρένης, il quale gli diede l’incarico di comandante della flotta allestita in soccorso di Aristagora, tiranno di Mileto, per fronteggiare l’assedio dell’isola di Nasso. In seguito, però, a causa di alcune incomprensioni fra i due, egli tradì i Persiani, cosa che risultò cruciale nello scontro finale. Secondo Erodoto, sua figlia fu promessa sposa allo spartano Pausania, ma differente sembra essere la versione di Tucidide, il quale riporta che Pausania aveva chiesto la mano della figlia del re Serse. Altre notizie ci giungono ancora una volta da Erodoto ( Storie 7. 97 ), che individua Μεγαβάτης come uno degli ammiragli della flotta della spedizione del 480 a. C; la notizia è confermata da Diodoro ( 11. 12. 2 - 3 ). Il nome di Μεγαβάτης infine, sebbene non possa essere preso in esame per i Persiani, appare successivamente anche nelle opere di Senofonte, che lo individua nel figlio di Farnabazo, descritto come un generale molto sleale; egli riferisce che nel 396 a. C. si alleò con il re spartano Agesilao, seguito dai figli e dalle truppe ( Agesilaos 5. 4 - 5; Hellenika 4. 1. 28 ).
23 Ἀστάσπης : Fu un satrapo della fertile regione della Carmania.
25 βασιλῆς ~ μεγάλου : Nota sulla gerarchia dell’impero Persiano.
28 φοβεροὶ … μάχην : Il verso 28 è bipartito. I due emistichi, composti ciascuno da tre parole, sono quasi simmetrici; l’aggettivo φοβεροὶ del primo emistichio è collgato in omoteleuto con l’aggettivo δεινοὶ con cui si apre il secondo. Le particelle μὲν e δὲ pongono i due emistichi in rapportodi successione. I termini conclusivi sono in variatio perché all’infinito ἰδεῖν corrisponde l’accusativo di relazione μάχην. Nella posizione centrale del verso i termini ἰδεῖν e δεινοὶ presentano una quasi identità sonora che ha la funzione di raddoppiare i due concetti, evidenziati anche dall’allitterazione
25 Ed Artembàre andò con lor, che d’ alto
26 Carro stende il governo a mille e a mille;
27 E Imèo, che d’archi non paventa assalto:
28 Morte ha Masiste entro le sue pupille:
29 Spiccar Sostàne a la quadriga il salto
30 Vedemmo, e gli assi ne schiantàr scintille;
31 E sudore ai corsieri e fumo e bava; ——
32 E Farandàce dietro a lui volava.
30 Ἀρτεμβάρης θ’ ἱππιοχάρμης,
31 καὶ Μασίστρης, ὅ τε τοξοδάμας
32 ἐσθλὸς Ἰμαῖος, Φαρανδάκης θ’
33 ἵππων τ’ ἐλατὴρ Σωσθάνης.
28 Artembare, valoroso a cavallo
29 e Masistre, il forte Imeo abile con l’arco,
30 Farandace, Sostane alla guida di cavalli.
30 θ’ : È riempitivo, serve ad eliminare lo iato. Ha subito aspirazione, come testimonia lo spirito aspro della parola seguente, e la forma originale era τε.
33 Là da le valli del fecondo Egitto
34 Pegastagòne trasse i forti in guerra;
35 Venne dal Nilo Susiscàne invitto,
36 Da Menfi Arsàce, che è di Dio la terra:
37 Scosse Ariomàrdo a l’ inegual conflitto
38 Quanti l’ Ogigia Tebe eroi rinserra:
39 Coi remi duro volgo, irto, infinito
40 Surse dai laghi e dal palustre lito.
34 ἄλλους δ’ ὁ μέγας καὶ πολυθρέμμων
35 Νεῖλος ἔπεμψεν· Σουσισκάνης,
36 Πηγασταγὼν Αἰγυπτογενής,
37 ὅ τε τῆς ἱερᾶς Μέμφιδος ἄρχων
38 μέγας Ἀρσάμης, τάς τ’ ὠγυγίους
39 Θήβας ἐφέπων Ἀριόμαρδος,
40 καὶ ἑλειοβάται ναῶν ἐρέται,
41 δεινοὶ πλῆθός τ’ ἀνάριθμοι.
31 Poi quelli che il grande e fecondo
32 Nilo inviò: Susiscane,
33 Pegastagone, figlio d’Egitto.
34 il grande Arsame,
35 signore della sacra Menfi,
36 Ariomardo, Re dell’antica Tebe,
37 e i rematori delle navi,
38 tremendi ed innumerevoli abitanti delle paludi.
36 Αἰγυπτογενής : Figlio d’Egitto.
41 τ’ : Ha una funzione riempitiva.
41 Dietro i fastosi battaglier superbi
42 Vedova Lidia affretta i preghi e piange.
43 Nullo, se cuore ebbe da forte e nerbi,
44 Fe’ voti invan che il fato aspro si cange:
45 Due re li spingon fieramente acerbi,
46 Artèo, che vale ei solo una falange,
47 E Mitrogàte, a cui su l’ auree bende
48 Serpe lucida biscia e al sol s’ accende.
42 ἁβροδιαίτων δ’ ἕπεται Λυδῶν
43 ὄχλος, οἵτ’ ἐπίπαν ἠπειρογενὲς
44 κατέχουσιν ἔθνος, τοὺς Μιτρογαθὴς
45 Ἀρκτεύς τ’ ἀγαθός, βασιλῆς δίοποι,
39 Incede con eleganza la schiera dei Lidi,
40 abitanti della regione più interna.
41 Li seguono con molti carri, a due o tre gioghi,
42 Arteo il valoroso e Metrogate, re entrambi,
46 ei solo una falange : Non viene riscontrata nessuna corrispondenza col testo greco.
47 a cui su l’auree bende … / 48 al sol s’accende : Non viene riscontrata nessuna corrispondenza col testo greco.
42 Λυδῶν : Il popolo dei Lidi, discendente dalla popolazione Ittita, fu governata da abili governatori.
49 Su le quadrighe eguali al vento e i cocchi
50 Da sei corsier cacciò l’ inclita Sardi
51 ( Formidabile pompa innanzi a gli occhi! )
52 Con gli aspri duci il fior de’ suoi gagliardi;
46 καἰ πολύχρυσοι Σάρδεις ἐπόχους
47 πολλοῖς ἅρμασιν ἐξορμῶσιν,
48 δίρρυμά τε καὶ τρίρρυμα τέλη
49 φοβερὰν ὄψιν προςιδέσθαι.
42 e Sardi ricca d’oro
43 immagine tremenda a vedersi.
46 Σάρδεις : Il nome degli abitanti è usato metonimicamente per indicare la città.
48 δίρρυμά : A due gioghi, ovvero carro trainato da quattro cavalli.
48 τρίρρυμα : A tre gioghi, ovvero carro trainato da sei cavalli.
53 E i Misî, a cui prima che l’ arco scocchi
54 Chiovati al segno percoteano i dardi,
55 E ognun che al Tmolo esercitossi in caccia,
56 Servil giogo a la Grecia impor minaccia.
57 Mardo li guida, e Taribide il petto
58 Secura incude de le lancie ostenta:
59 Varia d’ armi e di cor, varia d’ aspetto
60 Tutti i suoi Babilonia in campo avventa;
61 Nembo di guerra! Il re de’ regi ha detto: ——
62 Tutta l’ Asia lo segue e lo paventa: ——
63 E strano urlar di plausi e di comandi,
64 Batter di remi e suon d’ archi e di brandi.
50 στεῦται δ’ ἱεροῦ Τμώλου πελάται
51 ζυγὸν ἀμφιβαλεῖν δούλιον Ἑλλάδι,
52 Μάρδων, Θάρυβις, λόγχης ἄκμονες,
53 καὶ ἀκοντισταὶ Μυσοί· Βαβυλὼν δ’
54 ἡ πολύχρυσος πάμμικτον ὄχλον
55 πέμπει σύρδην, ναῶν τ’ ἐπόχους
56 καὶ τοξουλκῷ λήματι πιστούς·
57 τὸ μαχαιροφόρον τ’ ἔθνος ἐκ πάσης
58 Ἀσίας ἕπεται
59 δειναῖς βασιλέως ὑπὸ πομπαῖς.
44 Gli abitanti del sacro Tmolo
45 minacciano di soffocare l’Ellade
46 con il giogo della schiavitù.
47 Mardone, Tarubi, incudini di lancia
48 e i Misi abili con i dardi;
49 la ricca Babilonia invia in fila ordinata
50 una schiera molteplice anche su navi,
51 sicura della maestria nel tendere l’arco.
52 Da tutta l’Asia
53 segue la schiera armata di spade
54 sotto la temibile guida del re.
55 E … caccia : Fraccaroli rende con una perifrasi la parola greca πελάται, abitanti.
55 E … / 56 minaccia : Nella traduzione di Fraccaroli il periodo indicato, che corrisponde ai versi 50 - 51 del testo greco, è invertito e tradotto dopo i versi corrispondenti a 52 - 53 del testo greco ( 53 - 54 della traduzione di Fraccaroli ). Fraccaroli traducendo “E ognun che al Tmolo esercitossi in caccia” elimina il concetto di ἱεροῦ ( sacro ) presente, invece, nel testo greco.
50 Τμώλου : Il monte prende il nome da un personaggio della mitologia greca, Tmolo appunto. Secondo la leggenda, Tmolo violentò una ninfa cacciatrice di nome Arripa, sacerdotessa del tempio di Artemide, e questa invocò la dea prima di suicidarsi. Per vendicare la ninfa Artemide inviò un toro furioso contro Tmolo che nella fuga cadde e morì trafitto da un palo. Il figlio di Tmolo lo seppellì e diede il suo nome ad una montagna, in precedenza dedicata ad Artemide.
65 Tal de la Persa gioventude il fiore
66 Partiva, il fiore de le Perse genti!
60 τοιόνδ’ ἄνθος Περσίδος αἴας
61 οἴχεται ἀνδρῶν·
55 Così se ne va la parte migliore
56 degli uomini della terra persiana.
60 ἄνθος : Letteralmente “il fiore degli uomini”: la parte migliore.
67 Ahi! tutta l’ Asia in mezzo al suo dolore
68 Si leva, e ridomanda i suoi possenti,
69 I figli suoi ch’ ella nudria d’ amore:
70 E le spose deserte ed i parenti
71 Vecchi, tremando ed iterando i lai,
72 Contano i giorni che non passan mai.
62 οὓς πέρι πᾶσα χθὼν Ἀσιῆτις
63 θρέψασα πόθῳ στένεται μαλερῷ,
64 τοκέες δ’ ἄλοχοί θ’ ἡμερολεγδὸν
65 τείνοντα χρόνον τρομέονται.
57 Per loro tutta l’Asia
58 che li ha allevati, geme con un lamento doloroso
59 i genitori e le mogli contano i giorni
60 e si tormentano per il trascorrere del tempo.
73 Incedea macchinando ruine
74 Regal popolo d’ Elle sul varco:
75 Di due mondi su l’ arduo confine
76 Funi e chiovi il tragitto saldâr:
77 Catenaro l’ Ocèano: pel carco
78 S’ incurvò la cervice del mar.
66 πεπέρακεν μὲν ὁ περσέ -
67 πτολις ἤδη βασίλειος
68 στρατὸς εἰς ἀντίπορον γεί -
69 τονα χώραν, λινοδέσμῳ
70 σχεδίᾳ πορθμὸν ἀμείψας
71 Ἀθαμαντίδος Ἕλλας,
72 πολύγομφον ὅδισμα,
73 ζυγὸν ἀμφιβαλὼν αὐχένι πόντου.
61 Avanza già l’esercito reale
62 verso una terra vicina ma opposta,
63 deciso a devastare città,
64 ha attraversato lo stretto di Elle Atamantide
65 su barche legate da funi,
66 sentiero dai molti chiodi,
67 ha serrato con un giogo il collo del mare.
66 - 67 περσέπτολις : raddoppiamento metrico
68 εἰς ἀντίπορον γεί τονα : Con l’espressione “vicina ma opposta” si ha una doppia valenza semantica poichè la terra è intesa “vicina” geograficamente ma “opposta” cioè diversa nei costumi.
70 σχεδίᾳ … ἀμείψας : “Parenti” è un latinismo. Al v. 71 compare “vecchi”.
73 ζυγὸν : Viene ripresa l’immagine del giogo che allude alla hybris di Serse.
79 Ei che d’ Asia corregge le sorti,
80 Che pel sangue di Giove s’ inciela,
81 Volse il ciglio; —— ed un nembo di forti
82 Tutta quanta la terra coprì;
83 Tutto il mare di navi si vela:
84 Ei ne’ forti fidato gioì.
74 πολυάνδρου δ’ Ἀσίας θού -
75 ριος ἄρχων ἐπὶ πᾶσαν
76 χθόνα ποιμανόριον θεῖ -
77 ον ἐλαύνει διχόθεν, πε -
78 ζονόμοις ἔκ τε θαλάσσης
79 ἐχυροῖσι πεποιθὼς
80 στυφελοῖς ἐφέταις, χρυ -
81 σογόνου γενεᾶς ἰσόθεος φώς.
69 luce divina di una stirpe nata dall’oro,
70 guida in tutta la regione, per terra e per mare,
71 una straordinaria armata,
72 contando su valorosi, inflessibili comandanti.
76 ποιμανόριον : Questa parola “gregge” rimanda all’area semantica di “ποιμήν”, traducibile con “pastore”.
79 ἐχυροῖσι πεποιθὼς / 80 στυφελοῖς ἐφέταις : Allitterazione del σ presumibilmente per rendere meglio l’immagine della forza dell’esercito persiano.
79 πεποιθὼς : Allude al tema dell’obbedienza dei persiani nei confronti di Serse, quindi alla responsabilità individuale di Serse della disfatta. Emerge anche la tematica del dispotismo orientale contro la democrazia ateniese e dei persiani come vittime della hybris di Serse.
81 ἰσόθεος : Formula omerica usata per gli eroi. Qui ha una connotazione negativa e fa riferimento all’empietà e alla hybris di Serse che viola le norme etico - religiose.
85 Qual di glauco dragone lo sguardo,
86 Truce rôta del principe l’ occhio:
87 Ei di navi, ei di schiere gagliardo,
88 Folgorante dal Sirio suo cocchio.
89 Quinci l’ asta a la pugna inegual,
90 Quindi suonano l’ arco e lo stral.
82 κυάνεον δ’ ὄμμασι λεύσσων
83 φονίου δέργμα δράκοντος,
84 πολύχειρ καὶ πολυναύτης,
85 Σύριόν θ’ ἅρμα διώκων,
86 ἐπάγει δουρικλύτοις ἀν -
87 δράσι τοξόδαμνον Ἄρη.
73 Ha negli occhi lo sguardo cupo
74 di un serpente assassino,
75 Comanda, su un carro Siriano,
76 un esercito armato di frecce
77 contro uomini armati di lancia
83 δέργμα δράκοντος : Metafora volta a sottolineare la ferocia bellica di Serse attraverso il particolare dello sguardo. Eschilo riprende un passo dell’Iliade in cui il δράκον era caratterizzato da uno sguardo terribile. Serse, in quanto δράκον, diventa un implacabile strumento di morte.
84 πολύχειρ καὶ πολυναύτης : Si noti la persistenza del composto omerico con suffisso - πολύ. Il verso è diviso simmetricamente in due sezioni: ciascun emistichio è rappresentato da un composto omerico.
87 Ἄρη : Metonimia che si rifà ad Ares, il dio della guerra.
91 Nullo attenda la corsa rubesta
92 De gli eroi: non ha scampo la prova; ——
93 E l’ Oceano che turge in tempesta,
94 Contro cui salda cerchia non giova:
95 Stuolo immenso, ed ha l’ ira, nel cor: ——
96 Nullo attende de’ Persi il valor.
88 δόκιμος δ’ οὔτις ὑποστὰς
89 μεγάλῳ ῥεύματι φωτῶν
90 ἐχυροῖς ἕρκεσιν εἴργειν
91 ἄμαχον κῦμα θαλάσσης.
92 ἀπρόςοιστος γὰρ ὁ Περσῶν
93 στρατὸς ἀλκίφρων τε λαός.
78 Nessuno, per quanto valoroso,
79 oserebbe opporre solidi argini
80 a questa vasta corrente di uomini,
81 indomabile flutto del mare.
82 Invincibile è l’esercito persiano,
83 agguerrito il popolo.
89 μεγάλῳ ῥεύματι φωτῶν : Metafora che indica il vasto e impetuoso esercito dei Persiani.
90 ἐχυροῖς ἕρκεσιν : Metafora che indica gli ostacoli alla corrente di uomini.
91 ἄμαχον κῦμα θαλάσσης. : La metafora appartiene ad un topos oramai consueto della tragedia, ossia quello del mare: l’imponente schiera di uomini è, pertanto, paragonata ad un flusso marino indomabile ed estremamente potente. L’immagine presentata, dunque, mira a rafforzare ancora di più la sequenza fortemente incalzante che ritrae il momento dell’avanzata dell’esercito persiano.
97 Ma se Dio ne delude, chi vale
98 A scrutarne i consigli secreti?
99 Dov’ è il forte del piede o de l’ ale,
100 Che balzar da que’ lacci potè?
101 Ma la frode distende le reti,
102 E benigna v’ adesca la gente:
103 Quinci forza non vale nè mente
104 A ritrar velocissimo il piè.
94 δολόμητιν δ’ ἀπάταν θεοῦ
95 τίς ἀνὴρ θνατὸς ἀλύξει;
96 τίς ὁ κραιπνῷ ποδὶ πήδημ’
97 ἅλις εὐπετῶς ἀνᾴσσων;
84 Potrà mai un mortale,
85 anche balzando con rapido scatto,
86 sfuggire l’inganno e la frode di un dio?
101 Ma la frode distende le reti,
102 E benigna v’ adesca la gente:
103 Quinci forza non vale nè mente
104 A ritrar velocissimo il piè.
98 φιλόφρων γὰρ ποτισαίνου -
99 σα τὸ πρῶτον, παράγει
100 βροτὸν εἰς ἄρκυας ἄτα,
101 τόθεν οὐκ ἔστιν ὑπὲκ θνα -
102 τὸν ἀλύξαντα φυγεῖν.
87 Ate benevola ammalia l’uomo,
88 poi, lo imprigiona nei suoi lacci,
89 da cui è impossibile, per i mortali,
90 liberarsi e fuggire.
100 ἄτα : v. l. Ἅ τα
100 ἄτα : Personificazione della rovina.
105 Giove e ’l fato protesse i gagliardi;
106 Ed a’ Persi la mischia e ’l tumulto
107 De’ cavalli, e spezzar balüardi,
108 E disperder cittadi fissò:
103 θεόθεν γὰρ κάτα Μοῖρ’ ἐκράτησεν
104 τὸ παλαιόν, ἐπέσκηψε δὲ Πέρσαις
105 πολέμους πυργοδαΐκτους
106 διέπειν ἱππιοχάρμας
107 τε κλόνους, πόλεών τ’ ἀναστάσεις.
91 Domina la Moira per volere di un dio
92 fin dall’antichità,
93 ha imposto ai Persiani di fare guerre,
94 abbattere mura, devastare città,
95 guidare rivolte di combattenti a cavallo.
105 Giove : Aggiunto nella traduzione di Fraccaroli.
109 E guataro de’ nembi a l’ insulto
110 Irto il pelago largo spumante:
111 Passò il popol sul ponte sonante,
112 E sui canapi il ponte ondeggiò.
108 ἔμαθον δ’ εὐρυπόροιο θαλάσσας
109 πολιαινομένης πνεύματι λάβρῳ
110 ἐσορᾶν πόντιον ἄλσος,
111 πίσυνοι λεπτοδόμοις πεί -
112 σμασι λαοπόροις τε μαχαναῖς.
96 impararono a guardare
97 la superficie del mare dalle innumerevoli rotte,
98 che si imbianca al soffio del vento impetuoso,
99 confidando nelle ingegnose gomene,
100 mezzi per trasportare uomini.
113 Ahi! ne l’ anima in lutto rinchiusa
114 Il pensier di que’ forti mi punge;
115 Che non dicano i Greci: di Susa
116 È deserta la vasta città.
113 ταῦτά μοι μελαγχίτων
114 φρὴν ἀμύσσεται φόβῳ,
115 ὀά,
116 Περσικοῦ στρατεύματος
117 τοῦδε μὴ πόλις πύθηται κέναν -
118 δρον μέγ’ ἄστυ Σουσίδος,
101 E ora la mia anima a lutto si lacera per la paura.
102 Ah, armata persiana, non venga a sapere la gente
103 che la grande città di Susa è deserta di uomini,
117 E la terra de’ Cissî da lunge
118 Ne risponda; —— e femminei lamenti,
119 Ed i pepli squarciati cadenti,
120 E dovunque la stessa pietà.
119 καὶ τὸ Κισσίων πόλισμ’
120 ἀντίδουπον ἔσσεται,
121 ὀά,
122 τοῦτ’ ἔπος γυναικοπλη -
123 θὴς ὅμιλος ἀπύων, βυσσίνοις δ’
124 ἐν πέπλοις πέσῃ λακίς.
104 ah! risponde cupamente la terra dei Cissi,
105 Non si squarcino le vesti di bisso,
106 mentre una moltitudine di donne intona questo lamento.
121 Poi che, allora pedon, cavaliere,
122 Tutto il popolo in campo fu pronto:
123 Tutto dietro al signor de le schiere,
124 Come d’ api uno sciame partì.
125 Hanno steso la strada sul Ponto:
126 Un sol giogo due mondi coprì.
125 πᾶς γὰρ ἱππηλάτας
126 καὶ πεδοστιβὴς λεὼς
127 σμῆνος ὡς ἐκλέλοιπεν μελισ -
128 σᾶν σὺν ὀρχάμῳ στρατοῦ,
129 τὸν ἀμφίζευκτον ἐξαμείψας
130 ἀμφοτέρας ἅλιον
131 πρῶνα κοινὸν αἴας.
107 Come uno sciame di api insieme al comandante
108 tutta la schiera di cavalieri e fanti si è dispersa,
109 oltrepassato il promontorio
110 che lega in un giogo le due terre.
127 Ma qui lungo desio de’ mariti
128 Empie i letti di pianto: affannosa
129 Ogni donna ripensa i fuggiti
130 Cari baci d’ un dì che passò:
131 Addio, disse al guerriero la sposa,
132 E nel talamo sola restò.
132 λέκτρα δ’ ἀνδρῶν πόθῳ
133 πίμπλαται δακρύμασιν·
134 Περσίδες δ’ ἁκροπενθεῖς, ἑκά -
135 στα πόθῳ φιλάνορι
136 τὸν αἰχμάεντα θοῦρον εὐνα -
137 τῆρα προπεμψαμένα
138 λείπεται μονόζυξ.
111 Inondati di lacrime sono i letti
112 per l’assenza dei mariti.
113 Le donne persiane sono sfinite dal dolore
114 per il desiderio dello sposo,
115 perché ciascuna, dopo averlo lasciato andare,
116 è rimasta sola a sostenere il giogo.
132 E nel talamo sola restò : Nella traduzione di Fraccaroli è assente il concetto espresso dalla radice ζυγ del testo originale.
134 ἁκροπενθεῖς : Paley propone ( ἁβροπενθεῖς, anche perché è una tragedi α piena di ἁβροσύνη: si veda ad es. 42 ἁβροδιαίτων.
138 μονόζυξ : Si potrebbe tradurre “sola a sostenere il giogo” proprio per mantenere il concetto di giogo, in quanto pregnante nella tragedia.
133 Ma noi, che al trono sediamo a lato
134 Antico in Persia grave senato,
135 D’ uopo è di presto senno e consiglio:
136 Serse di Dario oggi è in periglio
137 È nostro figlio! —— Che ne avverrà! ——
138 Ampio di strali nembo irrüente,
139 Ferreo di lancie cozzo possente,
140 Qual fia vincente? —— Chi ’l sa? chi ’l sa? ——
139 ἀλλ’ ἄγε, Πέρσαι,
140 τόδ’ ἐνεζόμενοι στέγος ἀρχαῖον
141 φροντίδα κεδνὴν καὶ βαθύβουλον
142 θώμεθα· χρεία δὲ προσήκει·
143 πῶς ἄρα πράσσει
144 Ξέρξης βασιλεὺς Δαρειογενής,
145 τὸ πατρωνύμιον γένος ἁμέτερον·
146 πότερον τόξου ῥῦμα τὸ νικῶν,
147 ἢ δορυκράνου
148 λόγχης ἰσχὺς κεκράτηκεν.
117 E ora, Persiani riuniti in questo antico palazzo,
118 riflettiamo con accortamente e con profonda saggezza.
119 La necessità lo impone:
120 come sta Serse, re, figlio di Dario?
121 Come sta la nostra gente
122 che porta il nome dei padri?
123 È la corrente degli archi a trionfare
124 o la forza della lancia dalla punta di ferro?
140 στέγος ἀρχαῖον : Si tratta del palazzo reale di Susa, la capitale politica, diplomatica e amministrativa dell’impero persiano.
143 ἄρα : funzione di riempimento del verso
144 Ξέρξης βασιλεὺς Δαρειογενής : Questa allitterazione fa intendere il senso di sussurro. di parlare sottovoce, poichè si mette in dubbio la buona riuscita dell’operazione.
148 λόγχης ἰσχὺς : I persiani sono frequentemente classificati come arcieri e talvolta la loro arma è messa in contrapposizione alla lancia greca. Nonostante ciò, è molto ricorrente il termine “ἱπποβάτης”, il quale testimonia l’eccellenza persiana anche nella cavalleria.
141 Taci: Ella viene:
142 A lei da gli occhi su per le gene
143 Spandesi Olimpio lume decoro. ——
144 Madre di Serse, ecco io t’ adoro.
145 Offrite a l’ inclita alargo tributo
146 D’ omaggi: a terra tutti in ginocchio! ——
147 Io ti saluto.
149 ἀλλ’ ἥδε θεῶν ἴσον ὀφθαλμοῖς
150 φάος ὁρμᾶται μήτηρ βασιλέως,
151 βασίλεια δ’ ἐμή· προσπίτνω·
152 καὶ προσφθόγγοις δὲ χρεὼν αὐτὴν
153 πάντας μύθοισι προσαυδᾶν.
125 Ecco, vedo arrivare la madre del re,
126 la mia regina, luce simile allo sguardo divino.
127 Mi prostro;
128 ognuno le si rivolga con parole ossequiose.
151 προσπίτνω : Si fa riferimento al tema della προσκὺνησις per il quale tutti i sudditi dovevano inginocchiarsi al passaggio del re.
151 προσπίτνω / 152 προςφθόγγοις / 153 προςαυδᾶν : L’utilizzo frequente del prefisso “προς” favorisce l’immagine del prostrarsi, non consueta per i greci.
148 Salve, o suprema de le donne Persiche,
149 Madre augusta di Serse, a Dario sposa,
150 Sposa d’ un nostro Dio, d’ un Dio tu madre,
151 Se pur salvi la Persia il genio antico.
154 ὦ βαθυζώνων ἄνασσα Περσίδων ὑπερτάτη,
155 μῆτερ ἡ Ξέρξου γεραιά, χαῖρε, Δαρείου γύναι,
156 θεοῦ μὲν εὐνήτειρα Περσῶν, θεοῦ δὲ καὶ μήτηρ ἔφυς,
157 εἴ τι μὴ δαίμων παλαιὸς νῦν μεθέστηκε στρατῷ.
129 Salve, eccelsa signora delle donne Persiane dalle belle vesti,
130 veneranda madre di Serse, illustre moglie di Dario,
131 sposa e madre di un dio dei Persiani,
132 se l’antico genio non è avverso all’esercito.
154 βαθυζώνων : βαθυζώνων composto omerico utilizzato in riferimento a donne mortali e divinità; composto da βαθύς e ζώνη, cioè “dalla bassa cintura”;
154 ὦ βαθυζώνων : La vocale lunga viene sfruttata per indicare stupore, simile all’entrata di Socrate ne “Le Nuvole” di Aristotele.
154 ὑπερτάτη : Il termine è composto da due superlativi, denotando la volontà dell’autore di esprimere “maestosità”.
ATOSSA
152 Io, questo in cor, l’ aurifulgenti sale
153 Ho abbandonate e il talamo di Dario
154 Comune e mio. Dubbio ho nel petto: a voi
155 Dirollo, amici: —— io per me stessa io tremo,
156 Non trabocchi opulenza, e seco a un tratto
157 Scrolli e copra di polve e di rovina
158 Questa, che Dario e un qualche Dio ci eresse,
159 Felicità. Duplice cura in petto
160 Ineffabil perciò serro: nè vale
161 Anco immensa dovizia orba d’ eroi,
162 Nè al forte inope è pari al cor la gloria.
Ἄτοσσα
158 ταῦτα δὴ λιποῦσ’ ἱκάνω χρυσεοστόλμους δόμους,
159 καὶ τὸ Δαρείου τε κἀμὸν κοινὸν εὐναστήριον.
160 καί με καρδίαν ἀμύσσει φροντίς· ἐς δ’ ὑμᾶς ἐρῶ
161 μῦθον, οὐδαμῶς ἐμαυτῆς οὖσ’ ἀδείμαντος, φίλοι,
162 μὴ μέγας πλοῦτος κονίσας οὖδας ἀντρέψῃ ποδὶ
163 ὄλβον, ὃν Δαρεῖος ἦρεν οὐκ ἄνευ θεῶν τινός.
164 ταῦτά μοι διπλῆ μέριμνα φραστός ἐστιν ἐν φρεσίν,
165 μήτε χρημάτων ἀνάνδρων πλῆθος ἐν τιμῇ σέβειν,
166 μήτ’ ἀχρημάτοισι λάμπειν φῶς ὅσον σθένος πάρα.
ATOSSA
133 Ho lasciato il palazzo che trabocca d’oro,
134 ho lasciato il letto coniugale che con Dario dividevo
135 e sono giunta qui, perché un pensiero tormenta il mio cuore;
136 Amici, ve lo confiderò,
137 tremo al pensiero che, calciata via, possa cadere nella polvere
138 l’infinita ricchezza e la fortuna che Dario innalzò con l’aiuto divino.
158 χρυσεοστόλμους : Composto omerico, privo di contrazione, utilizzato in riferimento alle case ornate d’oro; composto da χρύσεος e στέλλω.
162 μὴ … / ποδὶ : Metafora utilizzata per introdurre il concetto della tracotanza, resa da Fraccaroli con il verbo “traboccare”.
164 ἐστιν ἐν φρεσίν : Quest’allitterazione viene impiegata per esprimere un senso di paura.
163 In Susa immenso abbiam tesor; paura
164 Pur mi siede sul volto: occhio di Susa
165 Fia la presenza del suo re. —— Consiglio
166 A voi, Persi, domando, a voi ne l’ ansia
167 Del tremor fidi amici, antichi savi:
168 In voi sempre il miglior voto è riposto.
167 ἔστι γὰρ πλοῦτός γ’ ἀμεμφής, ἀμφὶ δ’ ὀφθαλμοῖς φόβος.
168 ὄμμα γὰρ δόμων νομίζω δεσπότου παρουσίαν.
169 πρὸς τάδ’ ὡς οὕτως ἐχόντων τῶνδε, σύμβουλοι λόγου
170 τοῦδέ μοι γένεσθε, Πέρσαι, γηραλέα πιστώματα.
171 πάντα γὰρ τὰ κέδν’ ἐν ὑμῖν ἐστί μοι βουλεύματα.
139 Un duplice e indicibile affanno ho nel cuore:
140 Non ha valore una grande ricchezza senza uomini,
141 né la luce esalta la forza di chi non ha ricchezza.
142 Per ora la nostra ricchezza è intatta,
143 ma la paura è nel mio sguardo perchè
144 la presenza del padrone è l’occhio della casa.
145 Se le cose stanno così, siate per me,
146 Persiani, leali consiglieri: mi fido di voi.
168 ὄμμα … / παρουσίαν : Proverbio.
CORO
169 Donna, se mente di mortal vi giunga,
170 Non fia che cada il tuo comando a vuoto
171 Tu chiamasti a consiglio i tuoi più fidi.
Χορός
172 εὖ τόδ’ ἴσθι, γῆς ἄνασσα τῆςδε, μή σε δὶς φράσαι
173 μήτ’ ἔπος μήτ’ ἔργον ὧν ἂν δύναμις ἡγεῖσθαι θέλῃ.
174 εὐμενεῖς γὰρ ὄντας ἡμᾶς τῶνδε συμβούλους καλεῖς.
CORO
147 Signora di questa terra, non due volte,
148 stanne certa, devi chiedere una parola
149 o un’azione che noi possiamo compiere:
150 hai in noi i più fidati consiglieri,
ATOSSA
172 Molte, dal dì che il figlio mio discese
173 Coi forti a sperder le città dei Greci,
174 Mobili molte il mio letto fantasime
175 Continue visitâr, nulla sì aperta
176 Come l’ ultima notte. —— A me due parve
Ἄτοσσα
175 πολλοῖς μὲν ἀεὶ νυκτέροις ὀνείρασιν
176 ξύνειμ’, ἀφ’ οὗπερ παῖς ἐμὸς στείλας στρατὸν
177 Ἰαόνων γῆν οἴχεται πέρσαι θέλων·
178 ἀλλ’ οὔτι πω τοιόνδ’ ἐναργὲς εἰδόμην
179 ὡς τῆς πάροιθεν εὐφρόνης, λέξω δέ σοι·
ATOSSA
151 Molti sogni riempiono le mie notti
152 da quando mio figlio avanza alla testa dell’ esercito
153 per distruggere la terra degli Ioni.
154 Mai però così chiari
155 come il sogno dell’ultima notte.
177 πέρσαι : Parola omofona a Πέρσαι, si tratta di un gioco di parole, i Persiani sono dei distruttori
177 Mirar matrone adorne, in pepli Persi
178 L’ una incedente, in Greci l’ altra, auguste,
179 Formose più che donna unqua vedessi:
180 Germane eran sorelle, e avean le sorti
181 Gettate, e l’ una ebbe la terra Greca
182 Ad abitare, e l’ altra ebbe la barbara.
180 ἐδοξάτην μοι δύο γυναῖκ’ εὐείμονε,
181 ἣ μὲν πέπλοισι Περσικοῖς ἠσκημένη,
182 ἣ δ’ αὖτε Δωρικοῖσιν, εἰς ὄψιν μολεῖν,
183 μεγέθει τε τῶν νῦν ἐκπρεπεστάτα πολὺ
184 κάλλει τ’ ἀμώμῳ, καὶ κασιγνήτα γένους
185 ταὐτοῦ· πάτραν δ’ ἔναιον ἣ μὲν Ἑλλάδα
186 κλήρῳ λαχοῦσα γαῖαν, ἣ δὲ βάρβαρον.
156 Due donne mi sono apparse, di bell’aspetto,
157 una in abiti persiani, l’altra adorna di vesti doriche.
158 Alte, belle, distinte più delle altre donne,
158 sorelle di una stessa stirpe che
160 hanno avuto in sorte di vivere
161 una in terra ellenica, l’altra in terra straniera.
180 εὐείμονε : composto omerico utilizzato in riferimento alle donne; composto da εὖ e ειμα.
180 δύο γυναῖκ’ : Le due donne alludono all’Asia e alla Grecia.
183 Lite fra loro, —— o ch’ io veder credetti, ——
184 S’ accese; accorto il figlio mio quetolle,
185 E manse e dome al suo cocchio le trasse,
186 E a le cervici impose il giogo e strinse.
187 L’ una, docile al fren, di tanto fasto
188 Pettoruta incedea; l’ altra s’ impenna,
189 Springa, divelle con le man gli arnesi
190 Del carro, strappa il morso, e via disciolta
191 Trascina il giogo a mezzo infranto:
187 τούτω στάσιν τιν’ ὡς ἐγὼ ’δόκουν ὁρᾶν
188 τεύχειν ἐν ἀλλήλαισι. παῖς δ’ ἐμὸς μαθὼν
189 κατεῖχε κἀπράϋνεν, ἅρμασιν δ’ ὕπο
190 ζεύγνυσιν αὐτὼ καὶ λέπαδν’ ἐπ’ αὐχένων
191 τίθησι· χἢ μὲν τῇδ’ ἐπυργοῦτο στολῇ,
192 ἐν ἡνίαισι δ’ εἶχεν εὔαρκτον στόμα,
193 ἣ δ’ ἐσφάδαζε, καὶ χεροῖν ἔντη δίφρου
194 διασπαράσσει καὶ ξυναρπάζει βίᾳ
195 ἄνευ χαλινῶν, καὶ ζυγὸν θραύει μέσον.
162 Scoppia un litigio fra loro, così mi parve.
163 Mio figlio se ne accorge,
164 prova a trattenerle e a calmarle,
165 poi mette le redini sul loro collo
166 e le aggioga ai carri.
167 Una è superba per questi finimenti
168 e ha le labbra docili ai freni,
169 l’altra recalcitra, spezza con le mani
170 le briglie e trascina il cocchio
171 a forza, senza freni. Poi rompe il giogo.
190 τούτω … / 191 ἀλλήλαισι : Metafora del giogo.
191 cade,
192 Cade mio figlio, e il padre a lui da lato
193 Dario parea commiserarlo, e Serse
194 Vederlo e tutto lacerarsi il peplo. ——
195 Questo ne’ sogni. —— Io mi levai; di pura
196 Linfa scorrente le mie mani astersi,
197 E coi ministri de l’ altare a’ Numi
198 Chiesi pace libando e fausti eventi.
199 Ed ecco —— muta io per terror m’ affissi ——
196 πίπτει δ’ ἐμὸς παῖς, καὶ πατὴρ παρίσταται
197 Δαρεῖος οἰκτείρων σφέ· τὸν δ’ ὅπως ὁρᾷ
198 Ξέρξης, πέπλους ῥήγνυσιν ἀμφὶ σώματι.
199 καὶ ταῦτα μὲν δὴ νυκτὸς εἰσιδεῖν λέγω.
200 ἐπεὶ δ’ ἀνέστην καὶ χεροῖν καλλιρρόου
201 ἔψαυσα πηγῆς, σὺν θυηπόλῳ χερὶ
202 βωμὸν προσέστην, ἀποτρόποισι δαίμοσιν
203 θέλουσα θῦσαι πέλανον, ὧν τέλη τάδε.
172 Mio figlio cade e il padre Dario
173 gli si fa accanto compassionevole,
174 Ma quando Serse vede suo padre
175 si strappa le vesti dal corpo
176 Vi dico che ho sognato questo.
177 Una volta in piedi ho sfiorato con le mani
178 la fonte dalla bella corrente e ho camminato
179 verso l’altare stringendo con la mano sacrificale
180 la focaccia da offrire alle divinità benevole.
197 Δαρεῖος … ὁρᾷ : Imitazione sonora di un lamento.
200 L’ aquila in fuga su l’ altar di Febo
201 Io vidi, e il falco dietro a tutto volo
202 Precipitarsi io vidi, e con gli artigli
203 Spennarle il capo, —— ed essa nulla, e stanca
204 Darsele in preda palpitante. —— Ahi duro
205 A me veder cotali cose, a voi
206 Duro è l’ udirle. Or che avverrà? S’ ei vince,
207 Maraviglioso sarà Serse eroe;
208 Se male … Voi ben lo sapete, il figlio
209 Mio non sara dei cittadin suggetto;
210 Pur che sia salvo egli sui Persi impera.
204 ὁρῶ δὲ φεύγοντ’ αἰετὸν πρὸς ἐσχάραν
205 Φοίβου· φόβῳ δ’ ἄφθογγος ἐστάθην, φίλοι.
206 μεθύστερον δὲ κίρκον εἰσορῶ δρόμῳ
207 πτεροῖς ἐφορμαίνοντα καὶ χηλαῖς κάρα
208 τίλλονθ’· ὃ δ’ οὐδὲν ἄλλο γ’ ἢ πτήξας δέμας
209 παρεῖχε. ταῦτ’ ἔμοιγε δείματ’ ἔστ’ ἰδεῖν,
210 ὑμῖν δ’ ἀκούειν. εὖ γὰρ ἴστε, παῖς ἐμὸς
211 πράξας μὲν εὖ θαυμαστὸς ἂν γένοιτ’ ἀνήρ,
212 κακῶς δὲ πράξας οὐχ ὑπεύθυνος πόλει,
213 σωθεὶς δ’ ὁμοίως τῆςδε κοιρανεῖ χθονός.
181 E vedo volare un’aquila verso l’altare di Febo,
182 per paura rimango senza voce, cari amici.
183 Poi vedo un falco che piomba sul capo dell’aquila
184 e la spiuma con gli artigli. Ella non fa nulla,
185 ma si rannicchia e gli abbandona il corpo,
186 immagine tremenda per me da vedere,
187 e tremenda per voi da sentire
188 Lo sapete bene: se riuscisse nell’impresa
189 mio figlio diverrebbe uomo venerabile,
190 ma se l’esito fosse infausto
191 non sarebbe responsabile di fronte alla città
192 e se si salvasse rimarrebbe ugualmente
193 signore di questa città.
205 Φοίβου· φόβῳ : Allitterazione della consonante φ avente lo scopo di sottolineare il senso di paura provato.
207 πτεροῖς : Metonimia attraverso cui Eschilo intende dire che il falco si alzò in volo.
210 ἐμὸς / 211 πράξας : La notevole quantità di enjambement presenti in questa parte crea un effetto onirico: sottolinea, infatti, la confusione tipica del sogno.
211 πράξας … / 213 χθονός : Facendo pronunciare tali parole alla regina Atossa, Eschilo intende mettere in luce le profonde differenze che intercorrono tra l’organizzazione politica ateniese e quella persiana. Nel primo caso vige il sistema democratico, nel quale i rappresentanti politici, eletti dai cittadini, si fanno portavoce dei bisogni dell’intera comunità. Dall’altra parte domina, invece, la monarchia, che, in nome della successione al trono ereditaria, conferisce il potere di generazione in generazione sempre alla stessa famiglia, ignorando se questa sia o meno all’altezza di tale compito e indipendentemente dagli errori commessi dai membri della stessa, come afferma la stessa Atossa.
CORO
211 Madre, nè tema or con parole accrescerti,
212 Nè fidanza vorremmo. A’ Dei, se lugubre
213 Vedesti imago, va, prega la sperdano,
214 E al figlio e a te, s’ evvi più caro augurio,
215 Ed a Susa ed a’ tuoi prega l’ avverino.
216 Poscia a la Terra libagioni e a gl’ Inferi
217 Spargere è duopo; e al tuo consorte ( estollersi
218 Dario vedesti entro la notte ) placide
219 Al sol chiedi per te mandi dal tumulo
220 E pel figlio le sorti, e giù le trepide
221 Giù sotterra le acciechi entro la tenebra. ——
222 Questo farai. N’ è il cor presago, il termine
223 De gli eventi uscirà prospero: attendilo.
Χορός
214 οὔ σε βουλόμεσθα, μῆτερ, οὔτ’ ἄγαν φοβεῖν λόγοις,
215 οὔτε θαρσύνειν· θεοὺς δὲ προςτροπαῖς ἱκνουμένη,
216 εἴ τι φλαῦρον εἶδες, αἰτοῦ τῶνδ’ ἀποτροπὴν λαβεῖν,
217 τἀγάθ’ ἐκτελῆ γενέσθαι σοί τε καὶ τέκνοις σέθεν
218 καὶ πόλει φίλοις τε πᾶσι. δεύτερον δὲ χρὴ χοὰς
219 γῇ τε καὶ φθιτοῖς χέασθαι· πρευμενῶς δ’ αἰτοῦ τάδε,
220 σὸν πόσιν Δαρεῖον, ὅνπερ φῂς ἰδεῖν κατ’ εὐφρόνην,
221 ἐσθλά σοι πέμπειν τέκνῳ τε, γῆς ἔνερθεν ἐς φάος·
222 τἄμπαλιν δὲ τῶνδε γαίᾳ κάτοχα μαυροῦσθαι σκότῳ.
223 ταῦτα θυμόμαντις ὤν σοὶ πρευμενῶς παρῄνεσα·
224 εὖ δὲ πανταχῇ τελεῖν σοι τῶνδε κρίνομεν πέρι.
ATOSSA
224 Tu primo e pio da le notturne imagini
225 Per le mie case e per mio figlio interpreti
226 Fauste sorti così: fauste si compiano!
227 A’ Numi i preghi, a’ cari estinti i funebri
228 Voti là dentro, qual bramate, a rendere
229 M’ affretterò. Ma questo, —— Atene, —— ditemi,
230 Dove? in qual parte de la terra estollesi?
Ἄτοσσα
225 ἀλλὰ μὴν εὔνους γ’ ὁ πρῶτος τῶνδ’ ἐνυπνίων κριτὴς
226 παιδὶ καὶ δόμοις ἐμοῖσι τήνδ’ ἐκύρωσας φάτιν.
227 ἐκτελοῖτο δὴ τὰ χρηστά· ταῦτα δ’, ὡς ἐφίεσαι,
228 πάντα θήσομεν θεοῖσι τοῖς τ’ ἔνερθε γῆς φίλοις,
229 εὖτ’ ἂν εἰς οἴκους μόλωμεν. κεῖνα δ’ ἐκμαθεῖν θέλω,
230 ὦ φίλοι, ποῦ τὰς Ἀθήνας φασὶν ἱδρῦσθαι χθονός.
CORO
231 Là, là, —— lungi, —— a l’ occaso, al sol morente.
ATOSSA
232 Molto tardava al figlio mio disfarla!
CORO
233 Saria del re serva la Grecia intera.
ATOSSA
234 Tanto d’ armati è poderosa Atene?
CORO
235 Tanto che danni altri n’ ha pianti il Medo.
Χορός
231 τῆλε πρὸς δυσμὰς ἄνακτος Ἡλίου φθινασμάτων.
Ἄτοσσα
232 ἀλλὰ μὴν ἵμειρ’ ἐμὸς παῖς τήνδε θηρᾶσαι πόλιν.
Χορός
233 πᾶσα γὰρ γένοιτ’ ἂν Ἑλλὰς βασιλέως ὑπήκοος.
Ἄτοσσα
234 ὧδέ τις πάρεστιν αὐτοῖς ἀνδροπλήθεια στρατοῦ;
Χορός
235 καὶ στρατὸς τοιοῦτος ἔρξας πολλὰ δὴ Μήδους κακά.
ATOSSA
236 Ed oltre ai forti hanno tesor che basti?
CORO
237 L’ hanno: d’ argento una miniera opima.
ATOSSA
238 Hanno archi?
CORO
238 No: salde hanno lancie e scudi.
ATOSSA
239 E chi è il pastore? e chi è il signor?
Ἄτοσσα
236 καὶ τί πρὸς τούτοισιν ἄλλο; πλοῦτος ἐξαρκὴς δόμοις;
Χορός
237 ἀργύρου πηγή τις αὐτοῖς ἐστι, θησαυρὸς χθονός.
Ἄτοσσα
238 πότερα γὰρ τοξουλκὸς αἰχμὴ διὰ χερ ó ς σφιν ἐμπρέπει;
Χορός
239 οὐδαμῶς· ἔγχη σταδαῖα καὶ φεράσπιδες σάγαι.
Ἄτοσσα
240 τίς δὲ ποιμάνωρ ἔπεστι κἀπιδεσπόζει στρατοῦ;
CORO
239 Nè servi,
240 Nè soggetti a mortal.
ATOSSA
240 Come de’ forti
241 Posson dunque affrontar l’ impeto?
CORO
241 A tale
242 Che rupper Dario e il suo superbo esercito.
ATOSSA
243 Tremende ai padri de gli eroi lontani
244 Cure tu parli.
Χορός
241 οὔτινος δοῦλοι κέκληνται φωτὸς οὐδ’ ὑπήκοοι.
Ἄτοσσα
242 πῶς ἂν οὖν μένοιεν ἄνδρας πολεμίους ἐπήλυδας;
Χορός
243 ὣςτε Δαρείου πολύν τε καὶ καλὸν φθεῖραι στρατόν.
Ἄτοσσα
244 δεινά τοι λέγεις ἰόντων τοῖς τεκοῦσι φροντίσαι.
CORO
244 E il ver saprai tra poco:
245 Vedi, accorre un de’ nostri: ei, lieto o reo,
246 Chiaro, credo, ne apporta un qualche evento.
Χορός
245 ἀλλ’ ἐμοὶ δοκεῖν τάχ’ εἴσῃ πάντα ναμερτῆ λόγον·
246 τοῦδε γὰρ δράμημα φωτὸς Περσικὸν πρέπει μαθεῖν,
247 καὶ φέρει σαφές τι πρᾶγος ἐσθλὸν ἢ κακὸν κλύειν.
NUNZIO
247 Ahi Persia! ahi d’ Asia citta spopolate!
248 Ahi vasto porto di ricchezze! ahi come
249 Tutta la immensa distruggea fortuna
250 Tutta un sol urto! ahi come il fior de’ Persi
251 Cadeva, e più non è! Ben grave è il primo
252 Recar l’ anuunzio sconsolato! È forza
253 Pur dirlo intero il nostro danno: è tutto
254 Perduto, o Persi, tutto il nostro esercito.
Ἄγγελος
248 ὦ γῆς ἁπάσης Ἀσιάδος πολίσματα,
249 ὦ Περσὶς αἶα καὶ πολὺς πλούτου λιμήν,
250 ὡς ἐν μιᾷ πληγῇ κατέφθαρται πολὺς
251 ὄλβος, τὸ Περσῶν δ’ ἄνθος οἴχεται πεσόν.
252 ὤμοι, κακὸν μὲν πρῶτον ἀγγέλλειν κακά·
253 ὅμως δ’ ἀνάγκη πᾶν ἀναπτύξαι πάθος,
254 Πέρσαι· στρατὸς γὰρ πᾶς ὄλωλε βαρβάρων.
NUNZIO
248 O città di tutta la terra d’Asia,
249 o terra di Persia e grande porto di ricchezza
250 come è andata distrutta in un sol colpo una tale fortuna,
251 il fiore dei Persiani, caduto, non c’è più.
252 Ahimè, è un male che io, per primo, debba annunciare queste sventure,
253 tuttavia è necessario rivelare la disgrazia nella sua interezza, o Persiani:
254 tutto l’esercito dei barbari, infatti, è stato annientato.
248 ὦ … πολίσματα : Entra il messaggero il cui lungo discorso, compresi gli scambi epirrematici con il coro e i dialoghi con la regina Atossa, occupa i versi 248 - 509: si tratta della più lunga scena di questo genere tra quelle tramandate.
252 κακὸν ~ κακά : Il poliptoto introduce e mette in evidenza fin dall’inizio la parola chiave della scena.
253 ἀναπτύξαι : La metafora allude al gesto di “svolgere / srotolare il papiro” ed è da intendersi come “manifestare, rivelare per intero”; la stessa espressione sarà ripresa al verso 289 dalla regina Atossa.
CORO
255 Ahi nuova, ahi triste
256 Sciagura! ahi Persi!
257 Pianto si versi,
258 Voi che l’ udiste.
NUNZIO
259 Ahi! fu piena la clade! oltre la speme
260 Veggo la luce del ritorno anch’ io.
CORO
261 Viver tant’ anni,
262 Perché poi vecchi
263 Ci s’ apparecchi
264 D’ udir tai danni!
Χορός
255 ἄνι’ ἄνια νεόκοτα καὶ δάϊ’, αἰαῖ.
256 διαίνεσθε, Πέρσαι, τόδ’ ἄχος κλύοντες.
Ἄγγελος
257 ὡς πάντα γ’ ἔστ’ ἐκεῖνα διαπεπραγμένα·
258 καὐτὸς δ’ ἀέλπτως νόστιμον βλέπω φάος.
Χορός
259 ἦ μακροβίοτος ὅδε τις αἰὼν ἐφάνθη
260 γεραιοῖς, ἀκούειν τόδε πῆμ’ ἄελπτον.
CORO
255 Che angoscioso dolore, quali mali inauditi e rovinosi, ahimè,
256 versate lacrime, o Persiani, ascoltando tanta pena.
NUNZIO
257 Poiché tutto si è compiuto
258 e io stesso, contro ogni speranza, rivedo la luce del ritorno
CORO
259 Davvero troppo lunga si è rivelata questa vita, per noi vecchi,
260 se siamo costretti ad ascoltare questa sciagura inattesa.
NUNZIO
265 Non l’ ho udito io narrar: —— ben io, che v’ era,
266 Quanta strage fu quella io dir vi posso.
CORO
267 Tutta raccolta
268 L’ Asia proruppe;
269 Tutta la folta
270 De’ dardi inutile
271 Contro la terra
272 Greca si ruppe
273 Divina in guerra.
NUNZIO
274 Di corpi morti —— ahi miseranda cosa! ——
275 Pieno di Salamina è il lito e l’ onda.
Ἄγγελος
261 καὶ μὴν παρών τε κοὐ λόγους ἄλλων κλύων,
262 Πέρσαι, φράσαιμ’ ἂν οἷ’ ἐπορσύνθη κακά.
Χορός
263 ὀτοτοτοῖ, μάταν
264 τὰ πολέα βέλεα παμμιγῆ
265 γᾶς ἀπ’ Ἀσίδος ἦλθ’ ἐπ’ αἶαν
266 δίαν Ἑλλάδα χώραν.
Ἄγγελος
267 πλήθουσι νεκρῶν δυςπότμως ἐφθαρμένων
268 Σαλαμῖνος ἀκταὶ πᾶς τε πρόςχωρος τόπος.
NUNZIO
261 E invero, poiché ero presente e non per aver udito le parole altrui,
262 posso riferirvi, o Persiani, quali mali sono avvenuti.
CORO
263 Ahimè, invano, infiniti dardi
264 Si mossero tutti insieme
265 dalla terra d’Asia, ahi,
266 verso l’Ellade illustre.
NUNZIO
267 Sono piene di cadaveri, miseramente massacrati,
268 le coste di Salamina e ogni luogo vicino.